Igor Mitoraj: Scolpire l’eternità
18 maggio - 6 gennaio
Nuovo appuntamento con l’arte al MarePineta Resort, hotel cinque stelle icona di stile e di eleganza a Milano Marittima. Sarà inaugurata Sabato 18 Maggio la Mostra “Igor Mitoraj: Scolpire l’Eternità”, organizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini e l’Atelier Mitoraj.
La mostra ospiterà una selezione di opere in bronzo: Mitoraj unisce infatti la tradizione classico-antica alla contemporaneità, con la creazione di figure lesionate, corpi senza testa e visi dormienti.
Le opere dello scultore polacco, caratterizzate da linee morbide e interrotte, invitano gli spettatori a immaginare la totalità della figura. La mostra vuole celebrare il decimo anniversario della morte di Mitoraj, rendendo omaggio al suo genio artistico e alla sua sensibilità eterna.
“Questa nuova mostra di grande valore artistico conferma ancora una volta l’intento di MarePineta Resort di valorizzare il territorio. – spiega Davide Salaroli, amministratore unico di MarePineta Resort - La mostra di un grande scultore come Igor Mitoraj è testimonianza dell’attenzione all’arte di livello internazionale. Per noi oggi l’arte e il design sono elementi imprescindibili, che dimostrano l’impegno e gli investimenti in cultura attraverso le forme artistiche della bellezza.”
“Siamo lieti di continuare il percorso iniziato lo scorso anno con la famiglia Salaroli e le sculture di Park Eun Sun, - commentano Stefano e Riccarda Contini, titolari della Galleria d’Arte Contini - proponendo quest’anno le opere del grande maestro Igor Mitoraj negli ambienti dal sofisticato e ricercato design del MarePineta Resort di Milano Marittima, dove il tempo e la riservatezza si fondono con la pineta secolare circostante.
Le opere di Mitoraj ci invitano a sperimentare un viaggio attraverso l’estetica della storia dell’arte, dalla ripresa dei canoni figurativi classici che vengono interpretati dall’artista e presentati al pubblico in chiave personale e contemporanea.”
MarePineta Resort conferma anche per la stagione 2024 la collaborazione con San Patrignano. “Siamo felici della partnership con MarePineta Resort – spiega il Presidente della Cooperativa Agricola Roberto Bezzi – che si rinnova da anni, resa sempre più forte dai comuni principi fondanti di amicizia e comunità. Collaboriamo insieme su progetti a favore del territorio e delle persone. Un percorso che ci porta verso un continuo aiuto nei confronti di chi ha più bisogno attraverso progetti che permettono di unire le forze per essere più incisivi”.
La mostra sarà aperta a tutti gli ospiti del MarePineta Resort fino al 6 gennaio 2025.
Le opere esposte:
Ikaria con sandali, 1996
Il rapporto di Mitoraj con l’antico non si è mai limitato all’ossequioso riguardo. Al contrario, lo scultore si è confrontato con il classico in maniera sempre libera e disinvolta, rileggendone temi e forme in una sintesi superba e inquietante al tempo stesso. Ciò vale tanto per l’arte quanto per il mito, nella fattispecie quello di Icaro, reinterpretato dallo scultore polacco nella sua monumentale Ikaria con sandali. Qui la figura ritratta è, priva della testa e delle braccia, quella di una giovane ragazza dai tratti androgini, pronta a spiccare il volo ma trattenuta a terra dalla stretta di una mano alla caviglia. Mitoraj riscrive il mito consegnandoci un’immagine tanto affascinante quanto tragica, metafora dolorosa della condizione umana.
Grande Stella Pietrificata, 2009
Grande Stella Pietrificata costituisce una sintesi esemplare dell’arte di Igor Mitoraj, concepita a partire da una rilettura libera e originale dell’antico. Riprendendo la statuaria classica con maestria impeccabile, lo scultore polacco ci consegna un mezzo busto dalle forme ineccepibili ma incomplete: l’assenza della parte superiore del volto e della spalla sinistra restituisce l’idea di un intero non più realizzabile, drammaticamente condannato alla sua natura di frammento. «Le mie figure – ha spiegato Igor Mitoraj – vogliono sempre riflettere la situazione dell’uomo contemporaneo, le sue fratture, la sua perdita d’identità, i drammi quotidiani che ci circondano. Sono l’espressione della vita che viviamo tutti. Il nostro essere screpolati». Lo scultore complica ulteriormente la lettura dell’opera inserendo un piccolo volto scultoreo all’interno di un incasso ricavato dal volume centrale: una cifra ricorrente che segnala la natura postmoderna del suo operato.
Testa Iberica, 1989
Ineccepibili a livello formale, le sculture di Igor Mitoraj lasciano spesso un forte senso di turbamento in colui che guarda: sotto la superficie sembra celarsi un enigma inspiegabile, come un messaggio che non siamo nelle condizioni di comprendere fino in fondo. Una sensazione tanto più evidente quando ci si trova di fronte a una delle sue figure fasciate, involucri misteriosi dai quali niente o quasi traspare: Testa Iberica è una di queste. Abbandonato su di un lato in un equilibrio che sembra durare da sempre, questo volto ci preclude la vista degli occhi, lasciando alla nostra immaginazione il compito di ricostruirne l’identità. Da sotto il generoso bendaggio un’energia misteriosa ci chiama, interrogandoci sulla natura profonda dell’anima come solo le sculture di Mitoraj riescono a fare.
Terra Amara, 1990
Quella di Mitoraj per l’arte classica non è stata solo una fascinazione formale. Di quella tradizione il maestro ha recuperato tutto, compresa la cultura del fare artigiano patrimonio degli artisti del passato. Come un artifex moderno, il maestro non si è mai sottratto al confronto con la materia, affrontando le sfide della scultura a partire dai suoi materiali. Le sue opere sono il risultato di questo confronto, risolto con soluzioni formali sempre differenti. In Terra Amara l’aspetto materico delle leghe metalliche e del ferro viene esaltato attraverso un modellato irregolare e drammatico, come consumato dal tempo. Ne risulta una superficie fortemente vissuta, frammentata, come se questo volto maschile riemergesse oggi da un sonno lungo due millenni.
Argos I Screpolato, 2007
Secondo la mitologia greca, Argo era un gigante dotato di una forza prodigiosa che nel corso della vita liberò l’Arcadia da varie presenze mostruose. Anche se le fonti non concordano sulla cifra esatta, il mito racconta che il gigante fosse fornito di numerosi occhi, e per questo Era lo incaricò di sorvegliare Io, amante di Zeus. Usando uno stratagemma, Ermes riuscì a indurre Argo al sonno e lo uccise, liberando Io e scatenando l’ira di Era. Mitoraj rilegge il mito del gigante con originalità, consegnandoci un mezzo busto dal volto completamente fasciato dal quale si intravede appena la sagoma degli occhi, ormai non più in grado di vedere. Una figura della quale lo scultore polacco non esita a mostrare la fragilità, resa tantopiù evidente dal trattamento della superficie screpolata.
Moonlight – Venezia, 1999
Il nome di Igor Mitoraj è sovente associato alla scultura monumentale per l’originale rilettura dell’antico che ha saputo dare nel nostro tempo, eppure la carriera del maestro polacco si è sviluppata anche in altre direzioni, non per questo meno sorprendenti. In Moonlight – Venezia Mitoraj esplora i territori del design contemporaneo progettando una lampada dalla natura composita, nella quale unisce la freddezza dell’acciaio e la grazia del vetro di Murano. La luce percorre il corpo verticale in acciaio irradiandosi nello spazio attraverso il volto maschile in vetro posizionato sulla sommità della lampada. Un’opera dalle caratteristiche uniche, in grado di parlare un linguaggio autenticamente moderno senza rinunciare al dialogo con l’arte classica.
Luci di Nara, 1988
impareggiabile, conferisce al concetto di Bellezza una forma tangibile e senza tempo per mezzo della sua
arte. Un esempio emblematico è rappresentato dall’opera Luci di Nara, un frammento di volto enigmatico
perfetto nella sua imperfezione. Chi la osserva non può che perdersi nella dolcezza dei suoi occhi semi chiusi,
mentre le sue linee morbide e delicate sono plasmate con una tale raffinatezza da infondere un senso di
fragilità e di mistero. Luci di Nara si fa portavoce del tema tanto caro a Mitoraj: la sublimazione della
sofferenza umana.